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+++ luppolo
L'organizzazione comune di mercato riguarda i seguenti tre gruppi di prodotti:· coni di luppolo, freschi o secchi (NC 1210 10) · luppolo macinato e in forma di pellets (NC 1210 20) · estratti di luppolo (NC 1302 13) Nell'ambito dell'organizzazione co

L'organizzazione comune di mercato riguarda i seguenti tre gruppi di prodotti:· coni di luppolo, freschi o secchi (NC 1210 10) · luppolo macinato e in forma di pellets (NC 1210 20) · estratti di luppolo (NC 1302 13) Nell'ambito dell'organizzazione comune di mercato è concesso un aiuto ai produttori di luppolo per consentire il raggiungimento di un equo livello di reddito. Tale aiuto è stato fissato dal Consiglio a 480 euro/ettaro per tutte le varietà e decorre dal raccolto 1996 per un periodo di otto anni. Un aiuto del medesimo importo è concesso per le superfici temporaneamente ritirate dalla produzione o soggette ad estirpazione, fino al raccolto del 2003.Produzione - commercializzazioneIl luppolo è coltivato in otto Stati membri dell'Unione (Belgio, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Austria, Portogallo e Regno Unito). La Germania rappresenta l'80% delle superfici comunitarie coltivate a luppolo, pari a circa 22.000 ettari (= ± 1/3 della superficie mondiale). Nel corso degli ultimi dieci anni le superfici sono diminuite di oltre il 20%.Tale flessione si registra anche a livello mondiale, e in particolare negli Stati Uniti, secondo produttore dopo la Germania.Tale fenomeno è riconducibile al più elevato tenore di acido alfa, componente amaro del luppolo utilizzato per conferire alla birra una nota amarognola. La produzione si va infatti concentrando su varietà sempre più ricche di acido alfa, con rendimenti crescenti, per cui occorrono minori superfici per produrre le stesse quantità di sostanze amare.Malgrado la riduzione delle superfici, che nel 2002 è stata pari a circa 800 ettari nell'Unione europea, la produzione di acido alfa è di 3.466 tonnellate, ossia molto superiore a quella del 2001 (± 250 tonnellate). A livello mondiale essa ammonta a 8.811 tonnellate di alfa, quantitativo largamente eccedentario rispetto al fabbisogno per la produzione di birra nel 2003, che è di 1.455 milioni di ettolitri: a tale scopo bastano infatti 7.566 tonnellate di alfa in ragione di 5,2 g di alfa per ettolitro. Questo dosaggio del luppolo è coperto da una quantità compresa tra 35 e 185 grammi, in funzione del tipo di birra, in particolare del grado di amaro desiderato, e della varietà di luppolo utilizzata. A seguito dei progressi tecnologici e dell'evoluzione del gusto dei consumatori verso birre meno amare, il dosaggio si riduce ogni anno (era ancora di 6,3 grammi di alfa per ettolitro nel 1995).Per questo motivo, sebbene la produzione di birra sia in aumento nel mondo (1.268 milioni di ettolitri nel 1995, 1.455 milioni di ettolitri nel 2003, ossia + 15%) il quantitativo di acido alfa richiesto è in diminuzione (da 7.988 tonnellate nel 1995 a 7.566 tonnellate nel 2003, ossia - 5.3 %).Se si tiene inoltre conto delle scorte americane, che provengono principalmente dal raccolto 2001 (± 3.000 tonnellate di alfa), le eccedenze ammontano a ± 4.180 tonnellate, quantitativo che rappresenta oltre la metà del fabbisogno dei produttori nel 2003.Come già avvenuto nel 2002, in Germania il luppolo non contrattuale è stato raggruppato in «Pools» nel 2003. I quantitativi interessati rappresentavano il 36% del raccolto 2002 (18% del raccolto 2001), mentre in precedenza questi quantitativi erano del tutto trascurabili. La commercializzazione di queste scorte si è fatta a prezzi bassissimi (tra 0,50 e 3,40 EUR/ kg nel 2002 e tra 0,9 e 2,15 EUR/kg nel 2003) scaglionandosi su diversi mesi, fatto rivelatore delle difficoltà di commercializzazione del luppolo nel corso degli ultimi anni. In entrambi i casi tutti i quantitativi sono stati venduti prima del nuovo raccolto.Commercio esteroIn materia di commercio estero, l'UE è per tradizione, e in misura crescente, esportatrice netta. Il saldo positivo è dell'ordine di 10.000 tonnellate di equivalenti coni*. Va segnalato che la Comunità costituisce uno dei centri nevralgici del mercato mondiale del luppolo.Le esportazioni comunitarie assumono in maggioranza la forma di luppolo macinato o in forma di pellets (NC 121020). L'acquirente principale è la Russia, seguita dagli Stati Uniti e dal Giappone.L'UE importa principalmente coni freschi di luppolo (codice NC 121010) provenienti principalmente dalla Repubblica ceca, dalla Slovenia e dalla Polonia. Si constata tuttavia che le importazioni di coni hanno registrato una netta flessione a vantaggio di quelle di estratto di luppolo, di cui gli Stati Uniti sono il principale fornitore.Tutti gli Stati membri dell'Unione europea, ad eccezione dell'Austria e del Portogallo, sono membri della IHGC (Convenzione internazionale dei produttori di luppolo) il cui compito è di promuovere gli scambi di informazioni a livello dei produttori nonché tra questi e il resto della filiera (commercianti e produttori).L'organizzazione comune di mercato riguarda i seguenti tre gruppi di prodotti:· coni di luppolo, freschi o secchi (NC 1210 10) · luppolo macinato e in forma di pellets (NC 1210 20) · estratti di luppolo (NC 1302 13) Nell'ambito dell'organizzazione comune di mercato è concesso un aiuto ai produttori di luppolo per consentire il raggiungimento di un equo livello di reddito. Tale aiuto è stato fissato dal Consiglio a 480 euro/ettaro per tutte le varietà e decorre dal raccolto 1996 per un periodo di otto anni. Un aiuto del medesimo importo è concesso per le superfici temporaneamente ritirate dalla produzione o soggette ad estirpazione, fino al raccolto del 2003.Produzione - commercializzazioneIl luppolo è coltivato in otto Stati membri dell'Unione (Belgio, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Austria, Portogallo e Regno Unito). La Germania rappresenta l'80% delle superfici comunitarie coltivate a luppolo, pari a circa 22.000 ettari (= ± 1/3 della superficie mondiale). Nel corso degli ultimi dieci anni le superfici sono diminuite di oltre il 20%.Tale flessione si registra anche a livello mondiale, e in particolare negli Stati Uniti, secondo produttore dopo la Germania.Tale fenomeno è riconducibile al più elevato tenore di acido alfa, componente amaro del luppolo utilizzato per conferire alla birra una nota amarognola. La produzione si va infatti concentrando su varietà sempre più ricche di acido alfa, con rendimenti crescenti, per cui occorrono minori superfici per produrre le stesse quantità di sostanze amare.Malgrado la riduzione delle superfici, che nel 2002 è stata pari a circa 800 ettari nell'Unione europea, la produzione di acido alfa è di 3.466 tonnellate, ossia molto superiore a quella del 2001 (± 250 tonnellate). A livello mondiale essa ammonta a 8.811 tonnellate di alfa, quantitativo largamente eccedentario rispetto al fabbisogno per la produzione di birra nel 2003, che è di 1.455 milioni di ettolitri: a tale scopo bastano infatti 7.566 tonnellate di alfa in ragione di 5,2 g di alfa per ettolitro. Questo dosaggio del luppolo è coperto da una quantità compresa tra 35 e 185 grammi, in funzione del tipo di birra, in particolare del grado di amaro desiderato, e della varietà di luppolo utilizzata. A seguito dei progressi tecnologici e dell'evoluzione del gusto dei consumatori verso birre meno amare, il dosaggio si riduce ogni anno (era ancora di 6,3 grammi di alfa per ettolitro nel 1995).Per questo motivo, sebbene la produzione di birra sia in aumento nel mondo (1.268 milioni di ettolitri nel 1995, 1.455 milioni di ettolitri nel 2003, ossia + 15%) il quantitativo di acido alfa richiesto è in diminuzione (da 7.988 tonnellate nel 1995 a 7.566 tonnellate nel 2003, ossia - 5.3 %).Se si tiene inoltre conto delle scorte americane, che provengono principalmente dal raccolto 2001 (± 3.000 tonnellate di alfa), le eccedenze ammontano a ± 4.180 tonnellate, quantitativo che rappresenta oltre la metà del fabbisogno dei produttori nel 2003.Come già avvenuto nel 2002, in Germania il luppolo non contrattuale è stato raggruppato in «Pools» nel 2003. I quantitativi interessati rappresentavano il 36% del raccolto 2002 (18% del raccolto 2001), mentre in precedenza questi quantitativi erano del tutto trascurabili. La commercializzazione di queste scorte si è fatta a prezzi bassissimi (tra 0,50 e 3,40 EUR/ kg nel 2002 e tra 0,9 e 2,15 EUR/kg nel 2003) scaglionandosi su diversi mesi, fatto rivelatore delle difficoltà di commercializzazione del luppolo nel corso degli ultimi anni. In entrambi i casi tutti i quantitativi sono stati venduti prima del nuovo raccolto.Commercio esteroIn materia di commercio estero, l'UE è per tradizione, e in misura crescente, esportatrice netta. Il saldo positivo è dell'ordine di 10.000 tonnellate di equivalenti coni*. Va segnalato che la Comunità costituisce uno dei centri nevralgici del mercato mondiale del luppolo.Le esportazioni comunitarie assumono in maggioranza la forma di luppolo macinato o in forma di pellets (NC 121020). L'acquirente principale è la Russia, seguita dagli Stati Uniti e dal Giappone.L'UE importa principalmente coni freschi di luppolo (codice NC 121010) provenienti principalmente dalla Repubblica ceca, dalla Slovenia e dalla Polonia. Si constata tuttavia che le importazioni di coni hanno registrato una netta flessione a vantaggio di quelle di estratto di luppolo, di cui gli Stati Uniti sono il principale fornitore.Tutti gli Stati membri dell'Unione europea, ad eccezione dell'Austria e del Portogallo, sono membri della IHGC (Convenzione internazionale dei produttori di luppolo) il cui compito è di promuovere gli scambi di informazioni a livello dei produttori nonché tra questi e il resto della filiera (commercianti e produttori).

sito:http://europa.eu.int/comm/agriculture/markets/hops/index_it.htm
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