ALLA COMMISSIONE AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
Siamo un gruppo di genitori, educatrici e donne dell'hinterland milanese che nell'autunno 1992 aderì alla raccolta di firme promossa da un comitato di Firenze per presentare al Parlamento la proposta di legge: "L'asilo nido: un diritto delle bambine e dei bambini" (2 marzo 1993).
Nella primavera del 1995, non avendo il Parlamento approvato e nemmeno discusso quella proposta di legge di iniziativa popolare, presentammo all'allora presidente del consiglio regionale lombardo Arrigoni, una petizione sottoscritta da 2000 cittadini/e nella quale si chiedeva al consiglio regionale di esprimersi favorevolmente su questa proposta di legge.
L'anno successivo (giugno '96) chiedemmo ancora con 5000 firme di cittadini/e lombardi che il consiglio regionale, grazie al potere di iniziativa legislativa delle Regioni previsto dalla Costituzione, presentasse al Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare.
Vari consigli comunali nel frattempo si erano espressi a favore di questa iniziativa: Legnano, Cinisello, Crema, Paderno Dugnano, Cogliate, Sedriano, Mariano Comense, Rezzato, Bollate, Garlate ed il consiglio di zona 13 di Milano. Senza dimenticare che già il consiglio comunale di Milano ed il consiglio regionale veneto avevano votato mozioni a favore della proposta di legge "L' asilo nido: un diritto delle bambine e dei bambini".
Il nostro impegno non si è limitato a sollecitare le istituzioni, in tutto questo tempo abbiamo anche agito, con l'aiuto delle educatrici, da osservatorio per le situazioni delle nostre realtà locali, abbiamo informato, abbiamo organizzato feste in piazza per il Nido, e, nell'ambito delle nostre possibilità, abbiamo sostenuto il diritto dei genitori di poter inserire i loro bambini in un Nido qualificato ed a un costo ragionevole.
Oggi ci rivolgiamo a Voi con questo appello sottoscritto da più di ll.000 cittadini/e italiani (ed anche stranieri) nella speranza che Vi facciate portavoce nel Parlamento della ragioni dei genitori e dei bambini più piccoli.
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Vogliamo inoltre sottoporVi alcune osservazioni sul disegno di legge "NORME PER LO SVILUPPO E LA QUALIFICAZIONE DI UN SISTEMA DI SERVIZI PER I BAMBINI DI ETÀ INFERIORE AI 3 ANNI E PER LE LORO FAMIGLIE" attualmente in discussione in Parlamento:
- Viene abolita la legge 1044 del 1971 (art.19) istitutiva degli asili nido comunali con il concorso dello Stato ,e di asili nido comunali non si parla più. È un bel passo indietro.
- È detto che "La Repubblica istruisce servizi per la prima infanzia" (art. 1) cioè "...detta norme di principio per la realizzazione, lo sviluppo, la qualificazione e la gestione di un sistema generale di servizi per i bambini di età inferiore ai 3 anni" (art.2). Di fronte alla realtà dell'asilo nido che copre solo il 6% del numero dei bambini da 0 a 3 anni, ben altro dovrebbe essere l'impegno dello Stato per garantire "... il diritto alla formazione di ogni persona a partire dai primi anni di età".
- Non si prevede il passaggio del Nido dal Ministero della Sanità al Ministero della P.I., unico responsabile e garante di una costante qualificazione culturale di un servizio che prima di tutto è educativo.
- I 300 miliardi stanziati (art.18) sono pochi e vengono attinti da un fondo nazionale per le politiche sociali in concorrenza dunque con altri bisogni; inoltre non è chiaro come verranno utilizzati. Per costruire nuovi nidi? Per organizzare convegni?
- L'assistenza domiciliare del bambino è la soluzione di ripiego cui ricorrono spesso i genitori in mancanza di alternative ma che il legislatore non deve incoraggiare come fa invece il disegno di legge (art. 3 comma 3). Il bambino infatti, a differenza dell'anziano verso cui l'assistenza domiciliare è doverosa, ha bisogno di stare con gli altri bambini, all'aria aperta ed in spazi adeguati ed attrezzati.
- Viene recepito l'obiettivo di escludere gli asili nido dai servizi pubblici a domanda individuale (art. 4 comma 4). Ma quale certezza avranno i genitori di trovare il Nido se il disegno di legge non fa stime della domanda né pianifica un programma per soddisfarla?
- È positivo che sia stato fissato il limite del 30% per la contribuzione delle famiglie alle spese del Nido (art. 7) ma questa percentuale deve essere riferita a parametri precisi che abbiano come modello asili nido comunali qualificati e gestiti con efficienza.
- Riteniamo che questo disegno di legge invece di sviluppare e qualificare i servizi per la prima infanzia peggiori l'attuale situazione considerato anche il modo poco chiaro con cui vengono usate le parole: pubblico, privato, governo e gestione.
Con queste osservazioni abbiamo inteso dare un contributo costruttivo al legislatore.
Distinti saluti.
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