Attualmente i comuni italiani sono classificati sismici (e quindi in essi le costruzioni debbono sottostare all’apposita normativa tecnica) in base a un decreto ministeriale che recepisce la proposta avanzata da un gruppo di lavoro del Progetto finalizzato Geodinamica (Consiglio Nazionale delle Ricerche) coordinato dal professor Petrini. In sede ministeriale fu peraltro deciso di aggiungere una terza categoria di sismicità (la terza, S = 6 per i tecnici) che noi del P f Geodinamica denominammo con bonomia ironia, la “categoria Napoli”, dato che sembrava disegnata proprio per poter includere nei comuni sismici quella e poche altre città la cui tipologia edilizia era particolarmente scadente.
Il gruppo di lavoro accompagnò la proposta con una serie di spiegazioni e raccomandazioni tra le quali è importante ricordare:
1) la riclassificazione fu studiata in tempi rapidissimi imposti dal Ministero dei Lavori pubblici e quindi venne deciso di:
a) lasciare inalterato il quadro per i comuni già classificati; b) inserire tutti i nuovi comuni nella seconda categoria (S = 9) indipendentemente dalla severità del massimo terremoto atteso; c) indicare alcune fasce di comuni come necessitanti di ulteriori indagini perché gli elementi allora disponibili non consentivano ragionevoli certezza (tra di essi la fascia costiera Abruzzo-Molise).
2) Si ritenne accettabile il criterio mai dichiarato, ma ricavabile mediamente dalla precedente classificazione, di proporre come terremoto da cui difendersi quello di intensità pari al grado ottavo della scala Mercalli-Cancani-Sieberg per il quale gli effetti sono: solidi muri di cinta in pietra sono aperti e atterrati. Un quarto circa delle case è gravemente leso; alcune crollano; molte divengono inabitabili. Negli edifici ad intelaiatura gran parte di queste cadono.
Nel 1997 il Servizio Sismico Nazionale, rifondato e consolidato anche grazia all’impulso del Geodinamica, formò una commissione per l’aggiornamento della riclassificazione. I lavori della commissione sono terminati nel 1998 e non potevano non tener conto delle nuove conoscenze raggiunte in circa vent’anni di impegno dei ricercatori del Gruppo nazionale per la difesa dai terremoti (come dire la quasi totalità degli scienziati italiani del settore). Tale classificazione non è ancora legge ma i motivi non ci sono noti.
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