Avremo un parco fluviale, come quello dello Stirone, in sponda destra del Trebbia, tra Rivergaro e Gossolengo? E’ una delle proposte, con buone possibilità di realizzazione, contenute nel vasto progetto di tutela di questa parte del fiume portato avanti da Provincia, Regione e due Comuni interessati. Il progetto è stato illustrato ieri in Provincia da chi l’ha redatto (un gruppo di lavoro composto dall’architetto Roberto Ziliani, dal geologo Giorgio Neri e dagli agronomi Claudio Piva e Marco Campominosi) ad ambientalisti, agricoltori, categorie economiche (Industriali, Mondo cooperativo) e Consorzio Tidone – Trebbia, amministratori dei due Comuni. Questi rappresentanti della società civile avranno tempo fino a settembre per presentare proposte migliorative. La proposta sembra, però, essere stata accolta con favore. Nella sua definizione, la Provincia ha svolto un ruolo di coordinamento, di organizzazione e direzione, individuando un responsabile tecnico nella figura di un proprio funzionario, Giuseppe Bongiorni, geologo (che ha coordinato l’incontro di ieri). Il progetto tiene conto di quanto prevede una convenzione stipulata fra due Comuni, Provincia e Regione, che fissa tempi di consegna dello studio e procedure di sua approvazione (dovrà avere il benestare delle Giunte provinciale e regionale e dei due Consigli Comunali entro il 27 settembre). Questi gli obietivi che la proposta di tutela si pone: il censimento delle aree demaniali dismesse lungo il fiume, che saranno acquisite dai Comuni; l’adeguamento dei cantieri di lavorazione di inerti in contrasto con le tutele ambientali (in applicazione del Piano Cave Provinciale); una serie di percorsi ciclabili e aree attrezzate di sosta per una fruizione orientata ed ecocompatibile di porzioni del fiume e delle sponde; il censimento della vegetazione esistente; la creazione di una “rete ecologica”, per costituire un nuovo e corretto habitat per specie faunistiche oggi emarginate; la nuova tutela delle aree limitrofe alle sponde, per definire un limite di “riserva naturalistica” (o anche di “parco regionale”, come quello dello Stirone). La rete ecologica sarà incrementata mediante ripristino di siepi, filari e ampliamento della copertura vegetale arborea e arbustiva in particolare nelle aree demaniali acquisite dai Comuni. Previsto anche il recupero naturalistico-ambientale di aree di cava utilizzate in base ai Piani delle Attività Estrattive dei due Comuni. Tutta la documentazione tecnica dovrà essere consegnata ai due Comuni, alla Provincia e alla Regione entro il 27 giugno e sarà poi a disposizione per le procedure di approvazione.
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