I nonni si rendono utili come possono e, in qualche caso, riescono anche a dare un importante sostegno economico alla famiglia in cui sono accolti. Recentemente, una delibera della Provincia di Milano assegna un contributo a coloro che sono disposti a non affidare i nonni alle case di riposo. Il contributo consiste nell’erogazione di un milione di lire al mese per un anno e nel caso in cui vengano accolti due anziani il contributo sale a un milione e mezzo. Lo scopo dell’assegno è anche quello di evitare il più possibile i ricoveri nelle strutture geriatriche con il duplice effetto di migliorare la vita degli anziani e di risparmiare soldi, dal momento che le case di riposo sembrerebbero essere più onerose della somma mensile. L’unico vero vincolo è rappresentato dalla clausola che riserva la possibilità di accedere all’assegno soltanto ai residenti in un comune della provincia di Milano, da almeno dieci anni. Ma come funziona il contributo? Possono richiederlo coloro che hanno in casa parenti anziani, parzialmente o totalmente, non autosufficienti. Per le condizioni fisiche occorrerà un’adeguata certificazione medica. Per quanto riguarda l’età dell’assistito ci si riferirà a quella prevista dall’INPS per la pensione di vecchiaia. Il reddito annuo del nucleo familiare che richiederà il contributo non deve superare i 32 milioni di lire netti. Da questa cifra possono essere detratte le spese di locazione o mutuo per l’acquisto della casa, così come i redditi relativi agli anziani conviventi. In alternativa a questo sostegno, i nonni residenti in Lombardia possono usufruire di un buono sociosanitario. La cifra è stata fissata in 800mila lire al mese da destinare all’acquisto di prestazioni sociosanitarie. E’ necessario che gli anziani abbiano superato i 75 anni, che siano non autosufficienti, assistiti a domicilio e che appartengano a nuclei familiari con determinati limiti di reddito.
Da: http://www.guidagenitori.it
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