È ormai da oltre 30 anni che il recupero crediti stragiudiziale si è diffuso e radicato in Italia. Sono ormai veramente poche le aziende commerciali, finanziarie, bancarie e di distribuzione di servizi o energia che, davanti ad un credito caduto in sofferenza, si attivino solo con l’azione legale. È prassi far filtrare prima il credito attraverso un buon service di recupero, e solo successivamente, limitatamente alla pratiche da questo indicate, procedere con l’azione legale o quant’altro.
In Italia le prime sporadiche agenzie di recupero crediti apparvero alla metà degli anni ’70. Erano pochissime e strettamente collegate ad aziende mandanti (in genere a capitale straniero) e loro più o meno diretta emanazione. Fu solo dalla metà degli anni ’80 che iniziarono a svilupparsi e a mettere radici i primi service veramente strutturati.
Gli anni ’90 hanno conosciuto uno sviluppo tumultuoso e disordinato del settore (privo, tra l’altro, di regole moderne ed efficaci). Per dare un’idea del fenomeno, basti dare un’occhiata al grafico. È pur vero che in questi numeri vi sono da conteggiare svariate persone fisiche - ossia liberi professionisti e non aziende - che si sono muniti della licenza di agenzia di recupero in seguito alla ormai nota circolare Masone del ’96. Ed è anche vero che non sono poche le agenzie investigative che, per tentare di allargare il business, hanno preso la doppia licenza. Senza contare quei service più grandi e strutturati con svariate unità locali (che il dato grezzo di Infocamere non distingue).
In ogni caso da un’analisi commissionata da UNIREC (Unione Nazionale Imprese Recupero Crediti) ad una nota società di informazioni commerciali, le imprese di recupero crediti vere, ossia quelle con una struttura e dei dipendenti, sono pur sempre oltre 800.
Per cui, depurato di tutto quanto si vuole, il mercato appare più che abbondantemente maturo, per non dire saturo…