IL COMITATO GENITORI LE CONSEGNA OGGI AI CANDIDATI PER IL BROLETTO E AL SINDACO
Questo pomeriggio il Comitato genitori per la scuola pubblica consegnerà ai candidati alla presidenza della Provincia ed al sindaco Corsini le oltre 25mila firme raccolte in pochi mesi a sostegno di un documento di netto dissenso dalla Riforma Moratti. L’iniziativa è stata presentata da Enio Esti e Mara Metelli, in rappresentanza del Comitato. Esti ha sottolineato che «il dissenso non è fine a se stesso, ma frutto di una attenta ed approfondita analisi del testo di riforma, particolarmente penalizzante tanto per la scuola quanto per gli enti locali che spesso, come il Comune di Brescia, hanno agito con attenzione e collaborazione con le istituzioni scolastiche». È stato anche precisato che il documento era stato presentato a febbraio, con circa la metà delle attuali adesioni, al prefetto che, per motivi istituzionali, non l’aveva accettato. Proseguita quindi la raccolta delle firme, è stata decisa la loro consegna simbolica ai candidati alla presidenza della Provincia, invitati per le 17 nel cortile del Broletto e poco più tardi al sindaco, in Loggia. I promotori dell’iniziativa hanno successivamente accennato ad alcuni dei principali punti di dissenso, quali le difficoltà in cui si verrà a trovare la scuola alla luce dei continui tagli ai finanziamenti effettuati negli ultimi tre anni. «Periodo in cui - è stato affermato - a fronte di un incremento, in Italia, dei bambini diversamente abili di circa 5mila unità, si è avuta una riduzione di circa mille cattedre di sostegno». Così come, a proposito di informatica, «dove ci sono i laboratori, è già insegnata, ma se si riducono i fondi non si capisce come se ne possano attivare di nuovi». «Il numero delle firme raccolte dà il segno della preoccupazione generale nei genitori e questa consegna del documento e delle firme vuole essere - ha concluso Esti - uno stimolo ad una seria riflessione sui contenuti della Riforma Moratti affinché per quanto possibile, anche se non rientra nei loro doveri istituzionali, i nostri interlocutori si attivino per il ritiro del provvedimento». Franco Armocida
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