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+++ Le Comunità Virtuali all'interno della Intranet
di Maurizio Benzi, Webegg Le comunitą virtuali aziendali sono composte da insiemi di persone che condividono le stesse mansioni, attivitą o interessi lavorativi, e che trovano in Intranet l'ambiente per incontrarsi, per interagire, per s

di Maurizio Benzi, Webegg

Le comunità virtuali aziendali sono composte da insiemi di persone che condividono le stesse mansioni, attività o interessi lavorativi, e che trovano in Intranet l'ambiente per incontrarsi, per interagire, per scambiare esperienze e conoscenze e per accedere a specifiche informazioni. Solitamente questo genere di applicazioni prende il nome di E2E (Employee to Employee)

Sono molte le aziende che nel corso degli anni hanno implementato al loro interno un sistema di comunità online, spesso con il semplice obiettivo di rafforzare le relazioni interpersonali tra i dipendenti. Molto spesso però la percezione comune è che questi strumenti rappresentino solo una perdita di tempo e distolgano le persone dallo svolgimento delle loro attività quotidiane.

In realtà i benefici apportati dalle Virtual Community, vanno oltre il solo rafforzamento delle relazioni tra le persone.
Attraverso esse è possibile:

> Condividere conoscenza ed esperienze (Knowledge Management)
> Portare idee innovative attraverso le discussioni
> Creare team di lavoro virtuali (e-Collaboration)
> Ottenere una comunicazione informale, bottom-up

In particolare per quanto riguarda la condivisione della conoscenza, c'è un aspetto di essa (conoscenza tacita) che appartiene esclusivamente agli individui, alla loro esperienza diretta, alle loro intuizioni, al loro modo di risolvere i problemi. Ed essendo un loro patrimonio individuale, essa non è facilmente archiviabile all'interno dell'organizzazione con i metodi tradizionali.

La trasmissione del sapere mediata dalla conversazione rappresenta una delle migliori forme di apprendimento di questo insieme di conoscenze "invisibili", che nella pratica contribuiscono in modo sostanziale all'effettivo funzionamento dell'organizzazione.

Per questo le virtual community possono svolgere un ruolo fondamentale nella condivisione della conoscenza tacita, trasportando sulla rete la conversazione e consentendo di assimilare esperienze e conoscenze implicite di tutta l'organizzazione.

Nonaka, uno dei maggiori ispiratori del Knowledge Management, teorizza un processo a spirale che permette di condividere la conoscenza tacita degli individui, per arrivare ad una conoscenza esplicita organizzativa, maggiore della semplice somma delle conoscenze individuali e in continua crescita ed in questo processo, le comunità online possono avere un ruolo insostituibile.

Identificando 2 dimensioni delle comunità quella, informativa e quella partecipativa, è possibile classificare tre tipologie di comunità (Imprese, reti e comunità virtuali, Stefano Miceli):

> Comunità di Relazione:
caratterizzate da una alta partecipazione e una bassa componente informativa
> Comunità di Interesse:
caratterizzate da una bassa partecipazione e da una alta componente informativa
> Comunità di Apprendimento:
caratterizzate da una alta partecipazione e da una alta componente informativa

Nonostante sia complessa una misurazione del ROI delle comunità online è possibile riassumerne i benefici.
I partecipanti alle attività delle community, con il loro apporto:

> Accrescono il senso d'identità professionale
> Creano una rete che può indurre reali processi di rinnovamento
> Sono una significativa ed efficace risorsa di aggiornamento delle competenze professionali
> Costituiscono una forma di autoapprendimento delle organizzazioni
> Rappresentano un aiuto reciproco della comunità per pervenire al raggiungimento di obiettivi aziendali comuni
> Diffondono le best practice
> Portano nuove idee e nuovi punti di vista all'azienda

Tuttavia molto spesso le community non raggiungono il loro obiettivo ed ottengono scarsi risultati?
Per quali ragioni? Abbiamo cercato di comprendere le motivazioni dell'insuccesso delle virtual community:

> Percezione negativa da parte delle persone (es: la community come strumento di controllo dei vertici)
> Mancanza di focalizzazione della comunità verso obiettivi di business
> Mancanza di una cultura aziendale orientata alla condivisione
> Mancanza di riconoscimento o di incentivi da parte dei vertici aziendali
> Mancanza di competenze e di esperienze nella gestione di Community
> Presenza di regole stringenti o eccessive imposizioni dall'alto
> Tecnologia limitata

Per sviluppare Virtual Community E2E di successo è necessario che alla base ci sia la predisposizione dell'identità culturale dell'azienda, in modo che si possa far leva su alcuni aspetti, come la trasparenza comunicativa, la mancanza di censura e l' attitudine alla relazione interpersonale e il teamworking da parte delle persone.

Per rendere una virtual community efficace ed evitare che sia una perdita di tempo da parte delle persone senza che venga apportato un reale valore all'azienda è necessario non focalizzarsi solo sugli aspetti di ritorno economico, ma comprendere i benefici intangibili che si possono ricavare dalla comunità, ad esempio costruendo comunità di apprendimento verticalizzate, piuttosto che semplici comunità di relazione generaliste.

Articolo tratto dal sito "www.intranetfiles.it"
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