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+++ Iraq: il nuovo governo iracheno di fronte alla Comunità Internazionale
Il neo presidente del nuovo governo iracheno aspetta il primo riconoscimento internazionale, mentre
Nel giorno in cui l’Europa tutta è impegnata a ringraziare l’America, commemorando e ricordando i sessant’anni trascorsi dall’operazione militare Over Lord, che pose fine alla dittatura nazista, l’opinione pubblica americana si presenta, forse per la

Nel giorno in cui l’Europa tutta è impegnata a ringraziare l’America, commemorando e ricordando i sessant’anni trascorsi dall’operazione militare Over Lord, che pose fine alla dittatura nazista, l’opinione pubblica americana si presenta, forse per la prima volta dall’inizio del conflitto in Iraq, divisa al suo interno.

I più noti analisti dei più prestigiosi quotidiani, come ad esempio, il Washington Post o il New York Times, sempre attenti a scindere le operazioni elettorali da quelle presidenziali, scartando le prime e lodando le seconde, si dimostrano cauti nel valutare il viaggio in Europa del Presidente Bush.

Se è vero, come intitolava il Washington Post, che Bush in Italia «cercava la foto» con il Pontefice Paolo Giovanni II, per ottenere un nuovo consenso elettorale presso le comunità cattoliche, (date in aumento grazie alla sempre più massiccia immigrazione ispano-latina), è anche vero che a causa della crisi irachena l’opinione pubblica non ha condannato l’operazione elettorale di Bush.

Tanta insolita cautela riporta in auge il noto fenomeno, definito in termini tecnici, rally round the flag, che impedisce di muovere critiche al Presidente americano nei momenti di crisi.
Essa è legata a doppio filo al conflitto iracheno che, con il trascorrere del tempo rivela sempre più ogni sua debolezza. All’indomani delle attese dimissioni del capo della CIA, (l’Agenzia centrale d’Intelligence negli USA), George Tenent, annunciate dal Presidente americano mentre l’aereo presidenziale, Force One, atterrava a Roma e del suo vicedirettore operativo, James Pavitt, coordinatore di tutti gli agenti segreti, la situazione in Iraq non da segni di miglioramenti.

Tali dimissioni non sono servite a placare né gli animi perplessi dei cittadini americani, di fronte all’annunciato prolungamento dei soldati americani nel territorio iracheno, né le proteste di una parte dei cittadini europei, contrari da sempre al conflitto. Lo stato maggiore dell’esercito si mostra più riluttante dell’apparato politico di fronte alla perdita di controllo del territorio iracheno e, per la prima volta, il Premier britannico Tony Blair, condizionato da ragioni di politica interna, tenta di prendere distanza dall’amministrazione statunitense, variando l’assetto politico ed avvicinandosi sensibilmente alle posizioni sostenute dai suoi partner europei.

Al palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno presentato la terza bozza di risoluzione per avvicinarsi alle richieste giunte dalla Francia e dalla Russia. L’Eliseo ha inoltre fatto sapere che non è disposto a cancellare l’80-90 per cento del debito estero iracheno, come richiesto dall’amministrazione USA, ma solo il 50 per cento.

Allo stesso tempo, l’inviato delle Nazioni Unite, Mr Brahimi, si è impegnato a fornire agli americani una lista che contiene i nomi dei futuri ministri del governo ad interim iracheno: Iyad Allawi come Primo Ministro, Hoshyar Zebari come Ministro agli Esteri, Hazem Shaalan, Ministro alla Difesa, Falah Nakib, Ministro agli Interni, Malik Dohan Hassan, Ministro alla Giustizia.
Il primo riconoscimento internazionale del nuovo presidente iracheno è giunto quando lo sceicco Ghazi al-Yawara parteciperà al G-8 previsto negli Stati Uniti, in Georgia.
Mr Yawar può oggi vantare di fronte alla nazione l’esperienza di esule. Egli si è trasferito in Arabia Saudita nel 1980, insieme alla sua famiglia. Dopo gli studi compiuti in ingegneria ha svolto attività commerciali. Trasferitosi a Londra in esilio, ha dato vita al partito per un accordo iracheno (INA), collaborando con i servizi segreti americani e britannici.


Informazioni tratte da: www.netmanager.it (vedi link a fianco)
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