Un microprocessore è uno speciale circuito integrato che, facendo uso di logica digitale, processa una serie di bit che contengono informazioni (numeri) sotto il controllo di altre serie di bit che compongono invece le istruzioni da applicare su tali numeri. Le operazioni vengono svolte in particolari aree di memoria dette registri all’interno del processore.
Facciamo un esempio di un semplice calcolo: il processore per prima cosa carica uno dei numeri in uno dei suoi registri, poi ne carica un altro in un secondo registro. Quindi legge l’istruzione di programma che dice al chip quale particolare operazione dev’essere svolta (ad esempio una somma). L’istruzione attiva un altro minuscolo programma che si trova all’interno di una speciale unità di decodifica che impone ai circuiti del chip di calcolare il risultato dell’operazione e di porlo in un altro registro. Calcolato il risultato una successiva istruzione permette l’uscita della risposta verso la memoria Ram e di qui verso una unità di Output (il monitor od una stampante). In pratica quindi un processore “ragiona” in termini seriali, ossia esegue un determinato numero di istruzioni una di seguito all’altra richiamando dati dalla memoria Ram di sistema ed emettendo dati ad operazione effettuata.
Gli attuali computer sono pertanto in grado di essere molto veloci nel calcolare dati ma essendo seriali non possono elaborare istruzioni diverse da quelle introdotte in Input in partenza. Al contrario il cervello umano, per fare un esempio, è un sistema di elaborazione a parallelismo massiccio (una rete di 10 miliardi di neuroni), poco efficiente in termini puramente computazionali ma capace di elaborare dati eterogenei provenienti contemporaneamente da più fonti.
Fonte: Lithium
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